La rabbia arriva inaspettata e spesso resta a lungo nell’animo di chi la sente bruciare dentro. E cova anche vendetta Dapprincipio, la si tiene a bada. Riuscire a gestirla è una buona cosa, ma si ignora sempre la misura della sua forza che può trasformarsi in violenza, fisica e verbale. Quando scoppia può succedere l’irreparabile. A volte, per assecondare la rabbia si mente a sé stessi. Si giustificano quelle azioni storte, eversive, dannose, per calmare la bestia che lacera l’anima e ulula rivalsa. I colpi incassati in offesa alla propria persona hanno diverse storie taciute e vissute. La sottomissione a regole che non si riconoscono scatena la furia di un’ira incontenibile. Subentra addirittura l’idealismo. Lo spirito di contrasto a ciò che non piace, che andrebbe cambiato secondo una prospettiva diametralmente opposta dalle leggi di Stato, ha una sua forma mentis disciplinata da idee ed azioni che vanno in un’unica direzione: nello scontro dialettico o nella lotta al potere. Tutto inizia con un motivo. In principio si può ignorarlo nella sua valenza totalizzante. Poi, con il tempo si comprende bene il perché di una data scelta che ha preso il via sulla base di decisioni che, in un primo momento, potrebbero apparire avventate, leggere, ma più in là la loro vera essenza si manifesta chiaramente con una precisa risposta al perché si è agito in quel modo. L’amnistia delle proprie idee, se sbagliate e se hanno messo in pericolo la vita degli altri, arriva solo con un reale ravvedimento alle regole dell’umana virtù e alle leggi morali a cui ci si dovrebbe attenere in ogni forma di bene collettivo.
In Il coraggio del male di Sebastiano Ardita per Bonfirraro editore entri in un periodo storico cruciale nell’Italia degli anni ‘80, quello segnato da rivolte terroristiche e dalla crescente influenza della mafia sulle istituzioni. Stella, una studentessa universitaria, in bilico tra la rabbia, la ribellione e il terrorismo, incarna la lotta contro un sistema che considera come oppressivo e ingiusto. Dinanzi a lei, Domenico, giovane guardia carceraria, che vive una pressione costante tra il suo dovere istituzionale e il sentimento acerbo per Stella. I due sono il cuore pulsante di una storia in cui le loro scelte si intrecciano con le dinamiche di potere, corruzione e giustizia. In un crescendo di rabbia, di tensioni personali e politiche, Stella e Domenico si trovano a lottare su fronti opposti, legati da un destino che li porta a confrontarsi con la propria identità e le proprie paure più profonde. Mentre le rivolte esplodono e la mafia stringe la sua morsa sulle istituzioni, i protagonisti affrontano scelte tra il tradimento di se stessi e il desiderio di libertà.
Il romanzo è carico di tensione emotiva caratterizzata da una solida struttura stilistica che porta il lettore ad immergersi, sin dalle prime battute, in un quadro narrativo appassionante. La storia è intrigante anche sotto il profilo psicologico dei protagonisti, che si specchiano nelle loro paure e nella rabbia che li porta poi a vedere in faccia la realtà. La scrittura è carica di fascino. E’ incisiva.
Lucia Accoto