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Vacche amiche

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Dieci anni fa al Plaza di Roma incontrai Cesare De Michelis che mi portò in dono “Vacche amiche” di Aldo Busi, che è una specie di manuale di istruzioni per l’uso dello scrittore e della scrittrice e nel contempo un monito a non scrivere n a r r a t i v a se non hai la capacità di migliorare quello che ha già scritto, diciamo, Flaubert, Balzac o Nikolaj Gogol, che è il più tutto di tutti.

Trovo che meglio non si possa dire oggi, “visto e considerato” il linguaggio del luogo, ovvero il letamaio in cui si sguazza, che è tutto dire e disdire, ecco Aldo Busi in “Vacche amiche”:

«Per essere di destra basta essere un onesto trucido nella biosintesi che si accetta per quel che è, tipo i leghisti e i berlusconiani e i grillini, o, se di sinistra millantata, tipo i dalemiani e i bertinottiani e i renziani, basta essere fatalista da Realpolitik come tutti gli ipocriti mediamente istruiti, mentre per essere di sinistra senza fallo occorre ben di più di un onesto: occorre un martire, un eroe, un santo della laicità più anticlericale che esista, uno rivoltato nel suo stesso dna, un pirla felicemente indefesso, un autoflagellatore che gode troppo per rinunciare ai suoi ideali messi in pratica in cambio dei banali e sinistri piaceri degli ambidestri. Io sono di sinistra.

E visceralmente antifascista.

E anticomunista, ci mancherebbe.».

Io a dirla tutta sono monarchico, ma questa la spiegherò un’altra volta, quando troverò un re in esilio degno di questo titolo che non voglia far altro che abdicare.

Sì, proprio come scrisse Pessoa: Abdica e sii re di te stesso.

[“Incipit”, con CD audio. Il 1° ottobre 2004, all’Auditorium di Roma, abbiamo registrato Aldo Busi mentre leggeva un brano inedito e sette incipit tratti da altrettanti suoi romanzi. In copertina, un ritratto di Busi — bellissimo — firmato da Francesco Clemente.]

Luca Sossella 

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